La punibilità nell’ordinamento sportivo del infra quattordicenne – CFA FIGC SSUU 90,91,92 e 93 del 6/3/2024
La punibilità nell’ordinamento sportivo del infra quattordicenne – CFA FIGC SSUU 90,91,92 e 93 del 6/3/2024

La punibilità nell’ordinamento sportivo del infra quattordicenne – CFA FIGC SSUU 90,91,92 e 93 del 6/3/2024

– Anche i minori di 14 anni, partecipando a competizioni ufficiali, sono soggetti a responsabilità disciplinare sportiva per assicurare la regolarità delle competizioni e l’integrità fisica degli atleti. –

Introduzione

Il diritto sportivo si trova spesso al crocevia di questioni legali complesse, specialmente quando si tratta di minori partecipanti a competizioni ufficiali, con la sua specificità. Il caso dei giovani calciatori non tesserati riguardanti la decisione della CFA, porta alla luce sfide giuridiche significative e invoca un esame approfondito delle normative che regolamentano la partecipazione dei minori nello sport e il loro rapporto con le norme disciplinari. Questa analisi si propone di analizzare sommariamente le questioni legali, le norme applicate e le implicazioni per il settore, enfatizzando il confronto tra la responsabilità disciplinare nello sport e nel contesto scolastico.

Fatto principale

I giovani calciatori si sono ritrovati al centro di un’importante controversia legale dopo aver partecipato a un torneo Under 14 senza essere regolarmente tesserati e senza aver effettuato i necessari controlli medici. La sua situazione ha sollevato questioni legali perché nonostante le evidenti violazioni degli articoli 4 comma 1 e 32 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva, correlati agli articoli 39 comma 1 e 43 comma 1 delle N.O.I.F., è stato prosciolto dal Tribunale federale territoriale. La decisione si è focalizzata sull’età del calciatore, sottolineando che non aveva ancora compiuto quattordici anni, quindi non rientrava nelle previsioni normative che avrebbero consentito una sua sanzione disciplinare. Di diverso avviso le decisioni della CFA SS UU del 6/3/2024 90,91,92, e 93.

Il rapporto con il diritto scolastico

E’ interessante all’interno delle decisioni l’intersezione tra il diritto sportivo e il diritto scolastico emerso in questo contesto, specialmente per quanto riguarda la disciplina e la responsabilità dei minori. Nel diritto scolastico, gli studenti minorenni, anche quelli al di sotto dei 14 anni, sono soggetti a un regime disciplinare che permette l’applicazione di sanzioni per violazioni delle norme comportamentali. Tale sistema è sancito dal DPR 24 giugno 1998, n. 249, che regolamenta lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, enfatizzando che la disciplina è parte integrante del processo educativo e formativo.

Quando si considera che il diritto sportivo, pur essendo un sistema normativo autonomo, condivide con il contesto scolastico l’obiettivo di promuovere principi etici, la lealtà e il rispetto delle regole, questo diventa cruciale. La decisione del Tribunale federale territoriale ha implicitamente riconosciuto che, così come nel sistema scolastico i minori possono essere tenuti responsabili delle loro azioni, anche nel contesto sportivo dovrebbero esistere meccanismi per garantire il rispetto delle normative, indipendentemente dall’età dei partecipanti.

Responsabilità disciplinare e capacità di discernimento

Un aspetto chiave del dibattito riguarda la capacità di discernimento, che tradizionalmente si considera raggiunta all’età di 12 anni. Questo implica la possibilità di attribuire responsabilità disciplinare. Nel diritto sportivo, questa nozione solleva interrogativi sulla sua applicabilità ai minori, dato che non esistono disposizioni esplicite che escludano i soggetti sotto i 14 anni dalla responsabilità per violazioni delle regole. La distinzione tra responsabilità penale e disciplinare è fondamentale in questo contesto. Mentre la prima è generalmente esclusa per i minori di 14 anni, la seconda può essere considerata applicabile. Questo perché mira non alla punizione, ma al mantenimento dell’ordine, al rispetto delle regole e alla promozione di valori educativi.

Analisi giuridica 

Il Tribunale federale territoriale ha sollevato questioni interpretative significative relative alle normative sportive prosciogliendo gli atleti. Le norme citate, pur essendo chiare nel loro intento di regolamentare la partecipazione alle competizioni, non specificano esplicitamente come debbano essere applicate ai minori, lasciando una zona grigia che necessita di chiarimenti. Questo vuoto normativo richiede un’interpretazione che consideri l’intenzione del legislatore sportivo, il contesto più ampio delle normative e la coerenza con altri sistemi disciplinari, come quello scolastico.

Riflessioni future

Questi casi aprono un dibattito più ampio sull’adeguatezza e la chiarezza delle normative che governano la partecipazione dei minori allo sport. Questo pone in evidenza la necessità di un quadro normativo dettagliato per fornire indicazioni chiare agli organi disciplinari e garantire che i giovani atleti siano trattati in modo equo e protetti dalle possibili conseguenze negative di una partecipazione non regolamentata.

Il confronto con il diritto scolastico aiuta a far emergere l’importanza di sistemi disciplinari che siano non solo punitivi, ma anche formativi. Questi mirano a instillare nei giovani il rispetto per le regole e la comprensione delle implicazioni delle loro azioni. La questione centrale diventa come bilanciare efficacemente questi obiettivi, assicurando che le norme sportive sostengano lo sviluppo responsabile e positivo dei giovani atleti.

Conclusioni

Le decisioni della Corte Federale  aprono la strada a future deliberazioni su come le regole sportive possano essere formulate o reinterpretate per riflettere meglio i principi di giustizia, equità e sviluppo personale, sottolineando l’importanza di un dialogo continuo tra il mondo dello sport e quello legale per promuovere un ambiente sportivo che sia al contempo competitivo, sicuro e inclusivo.

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